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dott.ssa Federica Gallo 

Psicologa Psicoterapeuta

 

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Psicologa Adozioni Napoli

I vissuti emotivi dell'adozione

Psicologa Adozioni Milano Dott.ssa Federica Gallo

 

Molte sono le emozioni, le ansie, le paure vissute dalla coppia che adotta: si tratta di vissuti che riguardano sia il periodo pre-adottivo, in cui effettivamente si svolge la valutazione di idoneità ad educare, mantenere e crescere il bambino, sia l’intero l'iter adottivo, che inizia nel momento in cui la coppia decide di adottare e si inizia ad immaginarsi "genitore", fino ad arrivare al momento dell' adozione vera e propria.

 

Chiaramente, diventare genitori rappresenta una meta importante e per molti l'adozione rappresenta l'unica occasione per creare un nucleo familiare. I vissuti emotivi riguardano, però, non solo i genitori ma anche il minore, che ha vissuto la dimensione dell'abbandono ed è, quindi, privo di assistenza morale e materiale da parte di genitori o parenti tenuti a provvedervi.


Dal momento della decisione, fino alla realizzazione effettiva dell'adozione passa, però, del tempo ed ecco che nella coppia, nell'attesa dell'evento, si creano una serie di fantasie ed aspettative sul bambino da adottare. L'arrivo del bambino comporta inevitabilmente un confronto tra il bambino "reale" e quello immaginato e, contemporaneamente, è difficile che le aspettative del bambino coincidano perfettamente con quelle del genitore.

Psicologa Adozioni Milano

 

La valutazione di sè da parte del bambino, comunque, passerà necessariamente attraverso gli occhi dei genitori, i quali devono saper accogliere il bambino per quello che è, insieme a tutta la sua ricca e misteriosa storia. A differenza dei genitori che conservano il loro stile di vita, il loro contesto ed ambiente, il bambino si trova a vivere una situazione completamente differente rispetto a quella precedente: da un momento all'altro, si ritrova in un contesto che non gli appartiene e, nel
caso dell'adozione internazionale, si tratta anche di un contesto sociale e culturale diverso.

Chiaramente, il nuovo genitore deve cercare di fornire al bambino una “base sicura”, sostituendosi al genitore naturale, ma ciò che è altrettanto importante è evitare il taglio netto con le origini, garantendo al bambino il senso di continuità di cui ha bisogno: in questo modo il bambino può costruire, crescendo, un'immagine di sè unica, che integri il periodo precedente e quello successivo all' “abbandono”. Affinchè ciò si verifichi, è necessario raccontargli la verità sulle origini, al fine difavorire il processo di individuazione del bambino. Tale processo, infatti, è possibile solo se il bambino conosce il proprio passato e può, pertanto, integrarlo con il presente. Spesso, però, non si comunicano subito le origini al bambino: ciò, a volte, può risultare difficile anche per la paura di arrecare troppo dolore al bambino, oppure per la paura di non essere accettati ed amati dal bambino.

 

Psicologa Adozioni Milano

 

Bisogna, invece, considerare che una verità nascosta porta ad una dimensione finta, artificiosa, che non permette, nè al bambino nè ai genitori, di costruire una propria identità definita e reale.

A ciò, si aggiunge il fatto che la nuova famiglia, per il nuovo arrivato, potrebbe rappresentare una “conferma” del definitivo abbandono dei genitori naturali: per questo motivo, molti genitori si spaventano nel momento in cui si sentono messi alla prova dal bambino; effettivamente, questo serve al bambino per sentirsi rassicurato e non è, pertanto, qualcosa di cui preoccuparsi. Chiusure, preoccupazioni, aggressività sono tutti comportamenti finalizzati a verificare la sincerità dei nuovi genitori. Contemporaneamente, però, questi comportamenti possono far scaturire sensi di colpa nel bambino e, quindi, nuove paure di perdita: per questo motivo tali comportamenti vengono alternati a forti richieste di affetto.

Farsi aiutare e sostenere da uno psicologo, per poter affrontare al meglio un avvenimento delicato come l'adozione, non vuol dire per la coppia che adotta "non essere capaci da soli", anzi vuol dire avere consapevolezza e capacità di mettersi in discussione, scoprendo i propri limiti e le proprie potenzialità. Questo permette di affrontare in modo adeguato le problematiche educative connesse all'abbandono, considerando l'età del bambino al momento dell'adozione, le sue origini e la storia di chi adotta, le motivazioni che hanno condotto all’adozione e l’eventuale presenza di altri figli. 

 

Dott.ssa Federica Gallo